Chi abbandona gli animali è un bastardo
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Era un motto molto popolare quando ero ragazzo e alla sera guardavo programmi di utilità sociale. Si avvicina infatti l'estate, e anche in tempo di crisi arriva il momento di pensare alla vacanza tanto desiderata. Come ogni anno però ai nostri sogni si contrappongono quelli di Fido, che nell'hotel 4 stelle all inclusive di Santorini come nell'albergo di Ostia non è ammesso. Proprio a questo punto si tocca con mano quanto sia impegnativo prendersi cura di un animale. Non si può spiegare a Fido che lo sportello distribuzione croccantini chiude ad agosto, né che il servizio passeggiata mattutina/serale è temporaneamente sospeso durante la pausa estiva. Un animale è un impegno quotidiano perché esige una continuità di rapporto, e come tale va preso con convinzione.
When Adam delved and Eve span, Who was then the gentleman?
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Quando Adamo zappava la terra ed Eva filava, chi era allora il padrone? Questo vecchio adagio è scritto in un inglese un po' arcaico. Il verbo span è la forma passata dell'attuale verbo to spin, che significa filare la lana. Questo proverbio ha origine nel lontano 1381 in Inghilterra, dove tessere e zappare erano le principali occupazioni di uomini e donne durante il medioevo. Nel XIV secolo l'Europa era flagellata da un'epidemia di peste chiamata la Morte Nera, che spazzò via quasi il 60% della popolazione. Il mondo si era di colpo vuotato, la popolazione rientrata nei limiti, l'ordine ristabilito. Rimaneva però un grosso problema: la società feudale era basata sul lavoro agricolo e la mancanza di manodopera mandò in crisi il sistema. I pesanti tributi imposti dalla nobiltà, che voleva preservare il proprio tenore di vita e mantenere in funzione il complesso sistema economico feudale, schiacciavano la popolazione che iniziava a mal sopportare l'idea di una società divisa in servitori e padroni. A distanza di quasi settecento anni sono ancora molte le similitudini che vi si possono leggere.
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Giallo all'italiana
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Era la notte tra l'1 ed il 2 novembre di trentotto anni fa quando si scriveva una pagina di storia che a scuola nessuno ha mai studiato. Quella notte moriva Pier Paolo Pasolini, pestato a morte da un commando di picchiatori in un contesto che non è mai stato chiarito fino in fondo. La versione ufficiale vuole ricondurre tutto ad un incidente durante una banale lite maturata nello squallido contesto dei marchettari nei sobborghi di Roma. Pino Pelosi detto Pino la rana, diciassette anni, si è addossato la colpa o forse è semplicemente rimasto come si suol dire "col cerino in mano" quando tutti si sono dileguati. Per quarant'anni si è parlato, investigato, speculato e depistato su questo caso rimasto senza soluzione, a parte lo sconclusionato esito ufficiale che però non ha mai convinto nessuno.
Perché i lego piacciono ancora
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Una domanda apparentemente scontata che ogni appassionato si sarà posto sicuramente, alla quale però non è semplice dare una risposta anche solo a livello intuitivo. Ci ha provato il dottor Jon Sutton, editore della rivista inglese The Psychologist, che intervistò vari psicologi per dare una risposta formale al quesito.
A quanto pare, il grande successo dei mattoncini colorati sta proprio nella loro logica di utilizzo e nell'istinto da costruttore che è in molti di noi e che non dipende dall'età. Quello che da bambini era uno svago ed un piacevole passatempo può diventare nell'età adulta una vera ossessione, al punto da far crollare ogni autogiustificazione. Molti adulti infatti sostengono di comprare i lego per i figli, mentre è palese che i veri destinatari del regalo sono loro stessi.
Ti telefono o no...
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Correva l'anno 1983, quando il mondo assistette al primo lancio sul mercato di un telefoo cellulare, dando origine a quella che oggi chiamiamo mobile revolution. Oggi potrebbe sembrare una cosa scontata vedere un apparecchio che funziona e comunica con altri senza filo, solo in Italia ci sono più telefoni cellulari che italiani, ma non era così il 6 marzo 1983.
Il primo telefono cellulare perfettamente funzionante era il DynaTAC 8000X della Motorola, ideato dall'ingegnere ucraino naturalizzato americano Martin Cooper. Martin effettuò personalmente la prima telefonata wireless della storia il 3 aprile 1973, camminando lungo la sesta strada di New York, nei pressi dell'hotel Hilton. Marti chiamò il suo rivale, Joel Engel allora impiegato presso i Bell laboratories della AT&T dove lavorava allo stesso progetto ma per una compagnia rivale. In realtà, complice l'emozione, la prima volta sbagliò il numero ma la seconda volta la chiamata andò a buon fine.
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